Chi siamo

La prima CSA italiana (Comunità a Supporto dell’Agricoltura), CAPS, nasce a Pisa nel 2010.
Arvaia, attualmente la più grande d’Italia, nasce nel 2013 a Bologna.

Nel 2018 a Bologna, le varie CSA che stavano prendendo forma hanno sentito la necessità di incontrarsi per conoscersi e confrontarsi.
Da quel momento, l’appuntamento è diventato annuale.

Nel giugno 2019, a Firenze, le CSA italiane hanno deciso di creare una rete informale.

E’ nata così la Rete Italiana delle CSA.

La Carta dei Valori

La Carta dei Valori è frutto di un lavoro di condivisione della Carta di Ostrava all’interno della Rete e di un suo adattamento alla realtà italiana.

[Parte della Dichiarazione Europea di riferimento (Dichiarazione di Ostrava del 2016): “Le comunità a sostegno dell’agricoltura (CSA) sono partenariati diretti basati sulle relazioni tra più persone e uno o più produttori agricoli, che condividono i rischi, le responsabilità e i benefici dell’agricoltura, sottoscrivendo un accordo vincolante a lungo termine”.]

Per entrare a fare parte della RICSA (Rete Italiana delle CSA), una CSA dovrebbe dunque arrivare a possedere i seguenti requisiti:

  1. La CSA è un partenariato diretto tra un gruppo di persone e uno o più produttori agricoli, che condividono i rischi, le responsabilità e i benefici dell’agricoltura, sottoscrivendo un accordo vincolante a lungo termine.
     In termini fattuali, ciò comporta:

a) una definizione di dettaglio del progetto: le attività produttive, i relativi metodi, le eventuali altre attività;

b) la partecipazione delle persone ai costi di progetto, adeguatamente illustrati, indipendentemente dai risultati finali (condivisione dei rischi)

c) la fruizione da parte di tutti i sottoscrittori della produzione realizzata (i benefici), e la definizione delle modalità di gestione dell’eventuale surplus

d) l’impegno dei sottoscrittori a aderire al progetto per un anno, con possibilità di definire modalità specifiche di programmazione, finanziamento ed eventuale sostituzione dei soci.

2. La CSA deve garantire condizioni di lavoro eque e sostenibili per tutte le persone coinvolte nell’attività di produzione, e un reddito dignitoso per tutti i lavoratori coinvolti.

3. La CSA deve basarsi su principi e pratiche agroecologiche, rispettando e rigenerando l’ambiente e il benessere degli animali.

4. La CSA deve produrre cibo fresco, locale, stagionale, salutare favorendone l’accessibilità a tutti.

5. La CSA si riconosce nei fini elencati nel paragrafo “COSTRUIRE, SVILUPPARE, RAFFORZARE” della Dichiarazione Europea

La Carta di Ostrava

La Rete Italiana delle CSA aderisce alla dichiarazione di Ostrava, sottoscritta il 17 settembre 2016 ad Ostrava, nella Repubblica Ceca, durante il terzo incontro europeo delle CSA.
I principi cardine di questo modello sono la responsabilità nella cura del suolo, dell’acqua, dei semi, il cibo come bene comune, il sostegno alla piccola agricoltura contadina e al lavoro giusto, la costruzione di comunità intorno al cibo e la diffusione di relazioni di fiducia.

Per saperne di più leggi https://urgenci.net/our-european-declaration